sabato 23 maggio 2015

Electronic Arts è convinta che l'anno sabbatico della serie abbia portato ciò che serviva a Need for Speed


Due giorni fa il web si è incendiato dall'eccitazione per l'annuncio del ritorno del franchise Need for Speed. Forse è un po' generico detto così, ma l'articolo che vi riportiamo a fine pagina vi spiegherà a cosa è dovuta questa felicità generale.

Ora che le acque si sono leggermente calmate, vengono spiegate a mente lucida le impressioni ed idee sul progetto.

Marcus Nilsson, produttore esecutivo di Need for Speed, ha spiegato che l'anno passato è stato il primo, dopo dieci anni, di pausa completa. Pausa nel produrre giochi, non nel pensarli.

Il fatto di non dover freneticamente correre per pubblicare un altro capitolo ha fatto sì che il gruppo si concentrasse sul bisogno effettivo del gioco e non sul continuare tassativamente a sfornare un capitolo all'anno. Parlando ovviamente di Need for Speed, andava capito il vero significato del gioco, andava compreso cosa i fan chiedessero a gran voce ormai da molto tempo ed andava quindi messo in discussione il reboot vero e proprio della serie.



Quando si crea un gioco all'anno non è possibile pensare ad alcune priorità, bisogna - testuali parole - capire chi sei e quali sono le basi su cui vuoi appoggiare tutto il progetto; ora Need for Speed sembra aver trovato la sua piattaforma di (ri)lancio.

Com'è ormai consuetudine quando parliamo di Need for Speed, vi rimandiamo all'annuncio di due giorni fa, comprendente ogni informazione uscita finora; a fine articolo invece vi alleghiamo la possibilità di effettuare il pre-order dello stesso gioco.


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